Sono nato il 21 marzo del 1959 secondo il Calendario Gregoriano, l’11 Veadar 5719 secondo quello Ebraico e nel 2712 ab urbe condita.
Quale che fosse il sistema di datazione, quell’anno fu pieno di cose. Il Generale de Gaulle assumeva la presidenza della V Repubblica Francese, il primo reattore nucleare italiano veniva attivato, Richie Valens, The Big Bopper e Buddy Holly morivano in un incidente aereo e la bambola Barbie veniva venduta per la prima volta.
Sono arrivato a Roma, da una città del Sud, quando ero molto piccolo, a meno di dieci anni. E già avevo cambiato nome per la prima volta.
Sono cresciuto nella periferia romana, e la frequentazione del Liceo Pasteur, mi allontanò dal mio quartiere d’origine, anche culturalmente. In borgata non avevamo che il calcio, la sala biliardo, il bar. Roma, invece, era il mondo. Culture,mode, idee . E ideologie. Tra noi c’era chi si sarebbe fatto ammazzare per l’ideologia. E qualcuno ci riuscì, pure.
Non posso dire con certezza se ci sia stato qualcosa che abbia cambiato la mia vita. Io la mia vita la vedrei comunque così, come l’ho vissuta fino ad oggi. Sono quello che ho vissuto ed ho vissuto come ho voluto, quello che ho voluto. Di crocevia ne ho passati tanti. Tutti senza esitazione, come un treno dietro le sbarre del passaggio a livello.
Se non fosse successo quello che successe ad Acca Larentia, a Primavalle, al liceo Louis Pasteur nel ’77, sono sicuro che sarebbe successo altro.
MI sarebbe successo altro.
Perchè non so farmi gli affari miei.
Quando qualcosa mi sembra storto devo ficcarci per forza il naso, a rischio di sbattercelo. Mi hanno insegnato così.
Se resti indifferente, sei già morto.