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Una serata al Bar Danieli di Bassano con i “Leoni” di Edoardo e i profumi di Jessica

Jessica aveva mantenuto la promessa, si era cosparsa di Magie Noire. Oscar ne aspirò il bouquet prima di liberarla dalla stretta. Lei lo guardò sorpresa e divertita.

«Io ho già bevuto una birretta ma forse non sono fuori tempo massimo per l’aperitivo» spiegò Oscar.

«Tardi per l’aperitivo? A Bassano? Ma figurati! Adesso ti porto a bere il Leone»

«Il Leone? E cos’è?»

«Un cocktail dalla ricetta segretissima…»

«Per Diaz! C’ho i segreti nel sangue, io.»

Per un attimo gli arrivò alle narici l’odore di candele fumose, rivide vecchie sedie di legno e fu circondato dal silenzio di una sala da preghiera. Scacciò via il ricordo annusando l’aria intorno a Jessica che sapeva di ambra, muschio e gelsomino. Chissà se la sua pelle aveva il sapore di crema alla vaniglia.

«Io pensavo a una seratina con un panino e una birretta, non ero preparato per tutta questa eleganza» continuò affascinato.

«Sono fuori luogo?» civettò Jessica.

«Sei bellissima.»

«Allora andiamo? Monta su!» disse Jessica invitandolo a sedere sul sedile del passeggero.

Parcheggiata la coupé in un vicolo del centro, entrarono al Bar Danieli. Jessica doveva conoscerlo bene perché si rivolgeva al barman chiamandolo per nome e lui preparò due aperitivi Leone che definì speciali.

Edoardo Miotti del Bar Danieli
Edoardo Miotti del Bar Danieli

Poi rivolgendosi a Oscar si presentò: «Ciao, io sono Edoardo, Edo per gli amici.»

«Ciao Edo, io sono Oscar. Cos’è questo Leone?»

«Bevilo e te ne accorgerai. Ricorda vagamente l’Americano, ma è più buono.»

Quando Jessica lo riaccompagnò all’hotel Canova poco dopo l’una di notte, Oscar aveva bevuto due Leoni, cenato con fajitas de camarones, pescado y papas e bevuto caipirinha al Santa Fé, un ristorante messicano.

Aveva concluso la serata con un terzo Leone al Leon Bar.

Jessica aveva tenuto lontano l’incubo, aiutata dai Leoni e dal Magie Noire. La ragazza aveva al collo la sciarpa di cashmere che Oscar le aveva offerto per proteggersi dal fresco serale. Sceso dalla BMW nera, fece il giro della vettura, avvicinandosi al finestrino del guidatore. Cacciò la testa nello spazio lasciato libero dal seno di Jessica e aspirò di nuovo l’aria intorno, come a volerne fare scorta. Poi, girò il viso verso quello di lei.

 

(Estratto dal capitolo 3 de “Il paese delle donne” di Ciro Iodice Napodano)

Quella sera alla birreria “Ai buei” di Bassano del Grappa, con Riccardo e Andrea

Lo scortò all’ingresso della birreria “Ai Buei”, una birreria sui generis, ospitata in un condominio del centro storico di Bassano. Dall’esterno “Ai buei” sembrava un negozio di merceria, con le tende a fiori per oscurare le vetrine, ma i gruppi di ragazzi con il boccale di birra in mano, fuori del locale, lo indicavano, senza alcun dubbio, come un posto dove si beveva, e bene.

L'interno della birreria
L’interno della birreria

La fauna era la più assortita: ragazzi e ultraquarantenni affollavano il locale in un mix di generazioni e di culture. Rumorosi ma pacifici, trascorrevano la serata bevendo, ridendo e facendo battute. Qualcuno, appoggiato a un pilastro abbozzava anche qualche avance. Oscar, con Luca, si fece strada tra i ragazzi alticci che sostavano fuori e, finalmente, raggiunse il banco.
«Due medie» disse Luca.
«Meglio quattro» rilanciò Oscar.
«Cosa ci facciamo con quattro birre medie?»
«Le beviamo, cosa se no?»
«Ma è un litro di birra, a stomaco vuoto.»
«Ma sì, è acqua! E poi, dopo il primo sorso, il tuo stomaco non sarà più vuoto.»
L’omone barbuto, dietro al banco impiegò quasi due minuti a spillare alla tedesca le quattro birre medie HB.

«Per chi sono le altre due?»
«Per voi due» rispose Oscar indicando il barman e il suo collega che portava lunghi basettoni e una barba scolpita in maniera bizzarra.
«Grassie, ma ne gavemo xa do’ verte de ‘a del banco.» soggiunse quello
«Vuol dire che berrete quelle, quando andrete de ‘a e queste quando verrete de qua. Salute!»
Senza attendere altro, Oscar fece tintinnare i boccali in un brindisi goliardico, si attaccò al suo mezzo litro e ne trangugiò più della metà in una sola sorsata mentre Luca lo osservava meravigliato e divertito.

Nel frattempo anche il barista con la barba scolpita e i basettoni si era avvicinato e, mentre Oscar mandava giù la sua birra, impugnò il boccale, fece un cenno di cincin, un sorriso, poi tirò un sonoro rutto e attaccò a bere.

Oscar aveva appena conosciuto Ricky e Toiz.

(Estratto dal capitolo 2 de “Il paese delle donne” di Ciro Iodice Napodano)